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I MIEI ARTICOLI

Alcune riflessioni sull'approccio psicomotorio. Alcune informazioni  molto importanti. Buona lettura!

PSICOMOTRICITA' : QUESTA STRANA PAROLA !

 

Mia figlia di sette anni ancora fatica a pronunciare il nome della mia professione. La più piccola, che ne ha quattro, dice che “la mamma cura i bambini facendoli giocare”. Ora, per quanto mi sforzi di trovare delle definizioni accademiche del termine “psicomotricità”, la definizione che più mi piace è proprio la sua. Può sembrare riduttiva ma rispecchia perfettamente ciò che percepisce un bambino quando entra nella sala di psicomotricità: un adulto che riflette e accetta ogni suo sentimento e lo condivide attraverso esperienze di gioco. Perseguire il benessere del bambino attraverso la modalità di interazione che gli è propria, il gioco, è il fondamento della psicomotricità. (...)

​MIO FIGLIO NON GATTONA...E' UN PROBLEMA?

 

Verso il nono mese di vita, molti bambini compiono un importante passo verso l’autonomia: comincia la deambulazione autonoma a quattro zampe. Ma non per tutti. Sono molti i genitori che chiedono una valutazione psicomotoria poiché sospettano un ritardo di sviluppo del loro bambino, il quale, mi dicono, “non gattona”. Prima di affermare che non si riscontra l’esperienza quadrupedica nel vostro bambino, sappiate che ci sono svariati modi di “gattonare” oltre a quello classico con appoggio sulle mani e sulle ginocchia. (...)

NO, NO E ANCORA NOOOOOOOOOOOO !

Quale è il posto della parola “no” nellʼesperienza del bambino? Perché in un determinato periodo il bambino pronuncia questa parola un’infinità di volte? Quante mamme si ritrovano esasperate e preoccupate da questo atteggiamento oppositivo? E’ vero, i bambini pronunciano, per un certo periodo, la parola “no!” in moltissime occasioni e una quantità di volte indefinita. Ma se ci fate caso, mai in modo casuale. Il ritmo, il volume, il tono, la velocità con cui la pronunciano varia ogni volta in base al contesto, al loro umore, alla loro intenzione, ai loro fini e all’interlocutore. Non è un vero capriccio, una disobbedienza fine a sé stessa, ma sempre unʼespressione di intenzionalità, di desideri e di volontà, spesso associata agli altri termini acquisiti.  (...)

UN GRANDE PASSO A PICCOLI PASSI !

Durante il secondo anno di vita emerge preponderante in ogni bambino la necessità di conoscere, di esplorare, di allontanarsi dallo spazio materno per divenire un soggetto autonomo, una persona a sé stante. E’ un processo inconscio, che implica lʼinizio di un emozionante percorso verso la conoscenza, lʼesperienza dellʼaltro, lʼinterazione con il mondo, la scoperta di sé. Con lo sviluppo di unʼadeguata maturazione neuromotoria e cognitiva e di importanti aspetti emotivo-affettivi e relazionali, il bambino inizia a camminare da solo. “Compie il più grande passo verso lʼindividuazione umana” (M.Mahler, 1981). 

BAMBINI TERRIBILI: IL SOTTILE CONFINE TRA NORMALITA’ E DISTURBO

Nel linguaggio comune vengono definiti turbolenti, insopportabili, maleducati. Fino ad arrivare ad etichette come bulli e delinquenti. Classificare questi bambini richiede molta accortezza e delicatezza: le diagnosi si inseriscono in categorie disparate e variano da disturbi comportamentali a disturbi sociali, da disturbi dell’umore a iperattività e instabilità e creano molta confusione. La definizione che personalmente apprezzo é una “non definizione” di Forget e Bergés-Bounes: “si tratta di comprendere questi bambini nella loro sofferenza, non di ufficializzarla in una sola prescrizione”. (...)

LA STANZA DI PSICOMOTRICITA’: CHISSA’ COSA FANNO I BAMBINI LA’ DENTRO ?!!

Mi piace ripetere spesso che la stanza di psicomotricità é un contesto speciale. E’ uno spazio in cui il bambino può esprimersi liberamente e crescere in modo indipendente e personale. Un luogo intimo e privato. Pertanto é quasi sempre inaccessibile al genitore. La curiosità, il desiderio di partecipare, sapere e vedere dei genitori, devono rimanere latenti e pazientare fino al momento dei colloqui che ogni professionista mette periodicamente a disposizione. Qualche breve informazione generale però è giusto che sia concessa... (...)

 

USIAMO LE PAROLE DELLA REALTA’ 

Il primo contatto tra lo studio di uno psicomotricista e i genitori avviene di norma telefonicamente. La mamma, spesso anche il papà, chiama e anticipa brevemente i propri timori e chiede di fissare un appuntamento per un colloquio. Una volta stabilita la data il genitore inevitabilmente pone una domanda: ma cosa devo dire a mio figlio? posso dirgli che lo porto da un’amica a giocare? Meglio di no. Meglio dire al bambino la verità. Non lo state portando da un’amica a giocare. Per quanto possa capire il timore di un genitore, la mia risposta si fonda su considerazioni molto semplici. (...)

 

FINALMENTE POSSO VOLARE!! 

A partire da due anni il bambino esegue spontaneamente dei piccoli saltelli. E’ un’azione che ripete volentieri e in cui mostra divertimento e allegria. Dai tre anni il salto si fa più competente, a testimonianza di una maturazione neurologica adeguata. Non solo. E’ attraverso il salto che il bambino mostra di aver raggiunto una buona conoscenza e percezione del proprio corpo, un buon controllo di esso nei movimenti, e una consapevolezza di sé che lo rende affettivamente sicuro. (...)

PRIMA IN PRIMA, NON CI PIACE QUESTA RIMA 

L’ultima proposta annunciata dal ministro dell’istruzione è di anticipare di un anno l’ingresso dei bambini alle scuole Primarie. Un ingresso a 5 anni che già dalla riforma Moratti é consentito ai bambini nati entro l’aprile dell’anno successivo. Il dibattito é vivace e tumultuoso. Si parla della necessità di adattarsi alle richieste dei bambini di oggi, di valorizzare l’esperienza educativa dei nostri piccoli, di soddisfare la loro galoppante curiosità. Io che quotidianamente mi scontro con problematiche di apprendimento e comportamentali, personalmente non sono d’accordo. (...)

"IL MIO CORPO NON RISPONDE ALLA MIA TESTA!" DISLESSIA...O DISPRASSIA?

La presa in carico psicomotoria riserva uno sguardo privilegiato ai disturbi di apprendimento. Molti bambini con tali disturbi a volte presentano aspetti psicomotori associati e pertanto vengono segnalati allo psicomotricista. Le maestre rilevano difficoltà nella scrittura (confondono le lettere speculari) e nell’ordine dei numeri, poca cura del proprio materiale che appare sempre disordinato, disagio nel gioco e nell’attività motoria. I genitori parlano di difficoltà ad allacciarsi le scarpe, ad andare in bicicletta, a vestirsi e lavarsi in modo autonomo. (...)

 

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